Data inizio
20 Feb 2024
News

Al termine di una riunione con i rappresentanti del biologico, in cui è stato fatto il punto sul Piano di azione del settore, sulle criticità operative e su questioni diverse, dalle Organizzazioni interprofessionali di filiera a iniziative che aiutino a comunicare il valore aggiunto dei prodotti bio, il sottosegretario all’Agricoltura con delega al biologico Luigi D’Eramo ha informato che sono stati avviati i passaggi previsti per realizzare il marchio biologico italiano. Il sottosegretario ha voluto precisare che il rilancio del settore passa anche da una comunicazione efficace, ed ha sottolineato che, accanto alle campagne istituzionali, sarebbe utile coinvolgere soggetti come enti locali o la Federazione italiana dei Parchi e delle Riserve naturali. Questo per raggiungere un duplice risultato: favorire un rilancio dei consumi e cogliere in pieno le opportunità legate ad esempio ai distretti biologici.

E’ stato sottolineato come anche il settore del bio, come il resto dell’agricoltura, stia attraversando un periodo di difficoltà causato dai costi di produzione, da una battuta d’arresto della domanda e dagli effetti dei cambiamenti climatici. Il sottosegretario ha indicato che il sostegno alla filiera continuerà, con il comune obiettivo di consolidare la leadership italiana e rafforzare un comparto strategico per il Paese e per la stessa agricoltura.

A questo proposito un comunicato dell’AIAB informa che il presidente dell’associazione, Giuseppe Romano, ha indicato quelli che potrebbero essere degli spunti per il miglioramento del sistema, in primis indicando un intervento sul processo di informatizzazione: la necessità di investire per spostare il biologico sui sistemi informatici grafici, anziché su quelli attuali alfanumerici, perché questo consentirebbe una riduzione importante della burocrazia per l’agricoltore e per chi fa assistenza tecnica alle aziende e garantirebbe un miglioramento del monitoraggio da parte di tutti gli enti di controllo e delle autorità competenti, velocizzando anche il pagamento dei contributi comunitari alle aziende per il bio.

Altri punti presentati, rispetto anche alle manifestazioni degli agricoltori, il fatto che il biologico e il green deal non sono la causa della mancanza di reddito degli agricoltori, ma sono anzi una delle strade per uscire da questa crisi;  la promozione di campagne di informazione verso i consumatori sui valori dell’intera filiera del biologico; e la necessità di continuare ad investire e promuovere la ricerca nel bio, una ricerca fatta al fianco degli agricoltori e con gli agricoltori per il bene del settore,  che consenta ad esso di essere sempre più innovativo e avanzato.

Fonte: MASAF/AIAB