Data inizio
23 Feb 2024
Rassegna stampa

In questi giorni, parlare di sostenibilità e della riduzione dell’uso dei pesticidi è quanto mai complesso, in un quadro generale inquinato da una strumentalizzazione che ha posto agricoltura e ambiente in contrapposizione tra loro.

Si è più volte detto che è una strada sbagliata, perché se tutela dell’ambiente e produzione agricola non diventano complici non si riuscirà a innescare quella conversione ecologica che è oggi inderogabile. La crisi climatica è ormai di tale portata che nessuno solo dieci anni fa poteva immaginarlo e ricorrere oggi ai mezzucci per nascondere le responsabilità di modelli agricoli industriali significa doversi preparare a effetti ancora più complessi per il futuro.

Una sfida epocale per i vignaioli

La viticoltura esce da un 2023 in cui le condizioni ambientali hanno messo a dura prova i vignaioli che si sono trovati di fronte a una sfida epocale, stritolati tra siccità e infezioni fungine. Non c’è evidenza che chi si è affidato alla chimica di sintesi sia riuscito a venirne a capo con maggiore facilità, anzi. Il 2024 si avvia verso un’incertezza inquietante. Piove sempre meno, non ha nevicato, le temperature medie sono elevate e alcune vigne non sembrano essere andate a riposo come si deve.

In questo contesto, ha senso oggi parlare di vigna sostenibile? È sempre possibile immaginare una filiera vitivinicola senza ricorso ai pesticidi?

Ci sono certamente i numeri che ci aiutano a fare alcune valutazioni. Ed è quanto possiamo leggere nell’articolo, a questo LINK

Fonte: Slow Food/Il Manifesto