Data inizio
03 Apr 2023
News

Si sono concluse le due intense giornate di lavoro del 3° Convegno nazionale di Agroecologia organizzato dall’Associazione Italiana di Agroecologia e dalla Coalizione Cambiamo Agricoltura, con il sostegno di Fondazione Cariplo, del WWF Italia, Slow Food Italia, Natura Si e AnaProBio; con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; Media partner: Terra Nuova.

Oltre 60 esperti ed oltre 500 partecipanti in presenza e online, tra accademici e rappresentanti degli attori sociali ed economici dei sistemi agroalimentari italiani, si sono confrontati sul futuro dell’agricoltura nel nostro Paese e sul ruolo dell’Agroecologia nell’attuazione delle Strategie del Green Deal europeo per raccogliere idee e contributi per arrivare a definire una roadmap per l’Agroecologia in Italia, in grado di contribuire in modo concreto ed efficace al raggiungimento degli obiettivi di una vera sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell’agricoltura nazionale.

I partecipanti al Convegno hanno lanciato ai decisori politici, alle Associazioni agricole e a tutti gli attori economici e sociali dei sistemi agricoli e alimentari “made in Italy” un appello a spingere l’acceleratore della transizione agroecologica in Europa e in Italia, non ostacolando le proposte e iniziative della attuale Commissione europea per l’attuazione del Green Deal europeo. Preoccupano infatti i tentativi di ostacolare l’approvazione di importanti Regolamenti già in discussione nel Parlamento europeo, come il Regolamento SUR per la riduzione dell’uso dei pesticidi e il Regolamento per il restauro della natura, e altri già annunciati dalla Commissione Europea, come la Direttiva quadro sui Sistemi Alimentari Sostenibili, il Regolamento sulla tutela del suolo, la normativa europea sui nuovi OGM (NBT/TEA) e il Regolamento sulle sementi.

Nel 2024 sono fissate le elezioni europee ed è importante stringere i tempi per lasciare al nuovo Parlamento europeo e alla prossima Commissione gli strumenti necessari per proseguire il processo di cambiamento dei modelli di produzione agricola e consumo alimentare, verso una maggiore sostenibilità.

In un documento disponibile QUI sono riassunti i risultati delle sessioni di lavoro, ad iniziare dall’attenzione che deve essere dedicata ai giovani, ricercatori e agricoltori, ai quali devono essere offerte opportunità di formazione, lasciando spazio per i sogni e le legittime aspirazioni per un loro futuro sostenibile.

Forte anche il messaggio sulla centralità per l’agroecologia delle agricolture di tipo biologico a cui deve tendere la transizione agroecologica del settore primario, e che hanno nello stesso tempo anch’esse bisogno di ricerca e innovazione, da cui vanno in ogni modo esclusi i nuovi OGM (NGT, NBT o TEA), incompatibili con l’agroecologia tutta.

Uno dei nodi chiave dell’agroecologia è la valorizzazione dei processi sociali nella progettazione e gestione di sistemi agro-alimentari sostenibili e la ricerca di modelli che mettano in opera le capacità collettive degli agricoltori e gli approcci di comunità. Vi è la necessita di costituire un patto etico-sociale tra tutti gli attori del settore agro-alimentare per accompagnare gli agricoltori nei percorsi di transizione ecologica a livello di assistenza tecnica e a livello di sostenibilità economica.

Un altro dei nodi chiave dell’agroecologia, più volte ribadito, è la conservazione della biodiversità a tutte le scale, agricola, selvatica e di paesaggio. Solo preservando e ripristinando il capitale naturale si potrà garantire la sicurezza alimentare a lungo termine. Tema legato anche al concetto di global health secondo cui la salute individuale, quella degli ecosistemi e quella dell’intero sistema terrestre sono legate in modo indissolubile.

Salute che non può che passare dalla riduzione di tutti gli input chimici di sintesi. Le esperienze agroecologiche in corso e consolidate offrono già una pluralità di metodi e approcci alternativi, ma occorre proseguire e implementare la ricerca scientifica, ad esempio sul tema del biocontrollo dei parassiti e patogeni, garantendo una adeguata formazione, informazione ed assistenza tecnica alle aziende agricole.

I lavori del convegno non potevano non affrontare l’attuale e urgente tema dei cambiamenti climatici. Anche in questo caso i modelli agroecologici forniscono una risposta per mitigare e adattarsi a questo fenomeno, come pratiche rispettose dell’ecologia del suolo, nonché un cambio di modello da una zootecnia intensiva a specializzata ad un sistema agrozootecnico in grado di mantenere la massima autosufficienza alimentare e una corretta restituzione al suolo dei nutrienti.

Infine il convegno ha messo in luce come per una risposta alle criticità e vulnerabilità del sistema agro-alimentare globale sia fondamentale la ricostruzione dei sistemi agroalimentari su scala locale, che tengono insieme il necessario cambiamento delle pratiche di produzione, distribuzione e consumo, con la costruzione e condivisione di nuovi sistemi di conoscenza.

Per essere vera agroecologia deve essere dal “campo alla tavola”, come cita la Strategia Europea, perché le tematiche del cibo siano nuovamente collocate negli spazi dell’agire collettivo e della democrazia.

E’ possibile rivedere il Convegno sul canale YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=fpWr4JFSoqE .

Fonte: Cambia la Terra