Cristina Micheloni, tra i maggiori esperti tecnici italiani nel settore dell’agricoltura biologica, ha partecipato il 2 luglio ad una puntata di “Vita Nei Campi” di Rai Radio 1 del Friuli Venezia Giulia intervenendo sulle problematiche causate dalla flavescenza dorata, una fitoplasmosi che attacca le viti. Riportiamo qui il suo interessante intervento.
Annate di recrudescenza della flavescenza dorata sulla vite anche in Friuli, un grosso problema per il convenzionale ed anche per il bio. Chiariamo però come non abbia alcun fondamento la “narrativa” secondo la quale siano proprio i biologici gli untori, ovvero la causa della nuova esplosione dei sintomi. Infatti i dati del monitoraggio effettuato dalla Regione Veneto dimostrano come proprio i biologici riescano a contenere il principale insetto vettore, lo Scaphoideus titanus, al di sopra del 90% usando un insetticida ben meno potente di ciò che già usano i convenzionali e ancor più lontano da quello che alcuni vorrebbero usare. Infatti in bio si usa il piretro naturale, volendo supportato da qualche trattamento con caolino, prodotti che non turbano la biodiversità presente nei vigneti e non hanno alcun impatto sulla salute umana.
Ma a poco vale il prodotto insetticida se il suo utilizzo non fa parte di una strategia ben più articolata, che non tiene sotto controllo solo l’insetto ma anche le fonti di infezione, ovvero le viti infette. Per fare ciò bisogna:
1) riconoscere i sintomi il più precocemente possibile (su questo possono essere d’aiuto le foto che potete reperire sul sito ERSA oppure su http://www.winetwork-data.eu/, facendo attenzione alle differenze tra varietà, stadi di vegetazione e organi della pianta, ovvero germogli e foglie) ed in caso di positività procedere subito con l’estirpo della pianta infetta;
2) monitorare eventuali viti abbandonate o non gestite ed in caso… agire come sopra!
3) conoscere il ciclo dello Scaphoideus e saper riconoscere le larve delle 5 diverse età e la ninfa, nonché l’adulto e non confonderlo con altre cicaline. Anche qui le foto aiutano, ma ci si può anche far aiutare da un tecnico. Solo come introduzione: il controllo visivo deve essere condotto sulla pagina inferiore delle foglie, sui succhioni e sulle foglie basali delle piante da metà maggio ad agosto, preferibilmente nelle prime ore della mattina (quando gli insetti sono ancora poco mobili) evitando di spostare eccessivamente la vegetazione. Bisogna poi sapere quando e come posizionare le trappole e come contare gli insetti sulle stesse. Insomma non è cosa banale, ma è fondamentale.
4) quando si fanno i trattamenti bisogna essere tempestivi e precisi. Il piretro è efficace sulle larve di I e II età, molto meno su quelle di III e IV, per nulla sugli adulti. Il caolino, usato sulle larve di prima e seconda età può ridurre anche del 60% la popolazione dello Scaphoideus, questo quanto emerso dalla prova di AIAB FVG in corso nel pordenonese;
5) i prodotti vanno conosciuti nella loro natura e meccanismo d’azione, nonché nei loro punti di forza e debolezza! Il piretro naturale soffre il pH basico… controllate l’acqua ed in caso acidificate. Viene degradato dai raggi solari, quindi meglio fare i trattamenti verso sera, così l’efficacia dura più a lungo, e meglio se in sere fresche (ma su questo si fa quel che si può). Nell’effettuare i trattamenti bisogna essere certi di bagnare bene i polloni e la parte più bassa della vegetazione (dove i giovani prediligono stare).
La Regione, attraverso ERSA, ha sia definito i prodotti e i criteri per la lotta obbligatoria alla Scaphoideus, sia messo a disposizione materiale informativo, anche in collaborazione con i Consorzi. Però ritorno alle parole usate poc’anzi: per avere successo non basta il prodotto ma ci vuole una strategia di cui fanno parte precisione e tempestività nei trattamenti, che non possono prescindere dalle specifiche condizioni del singolo appezzamento. Che vuol dire? Che se nella recente circolare ERSA c’è scritto che il secondo trattamento contro lo Scaphoideus va fatto tra il 28 giugno e l’ 8 luglio, con casi in cui può slittare dal 3 al 13 luglio, devo incrociare l’informazione con quella che mi dice che il piretro è efficace sulle larve di I e II età. A loro volta le larve saranno nella finestra di trattamento utile in momenti diversi a seconda delle temperature e, in generale, delle condizioni meteo del luogo. Tutto ciò si verificherà in momenti diversi a Latisana piuttosto che a Cergneu. Quindi… ognuno deve declinare le info generali nel proprio specifico contesto.
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Fonte: AIAB FVG