Data inizio
04 Feb 2014
Rassegna stampa

L’Italia si conferma tra i primi dieci Paesi al mondo per estensione di superficie impiegata a biologico (1.167.362 ettari, + 6,4% rispetto al 2011) e numero di aziende (40.146) e per la più alta incidenza di Sau biologica su quella totale (oltre il 9%). A dirlo sono i dati del Sinab, riportati nel volume Bioreport 2013, realizzato nell’ambito del programma Rete rurale nazionale 2007-2013 dall’Inea, in collaborazione con il Mipaaf, l’Ismea e il Sinab stesso.
Il volume traccia anche un ritratto delle aziende agricole italiane e della loro diffusione sul territoio: giovani, ampie, orientate all'innovazione e diffuse su oltre la metà del territorio italiano.
Il 61,8% degli 8.077 comuni italiani, infatti, presenta almeno un’azienda biologica sul proprio territorio. Le aziende sono mediamente più ampie delle aziende convenzionali (27,7 ha di Sau contro i 7,9 ha di Sau del totale aziende), ma si differenziano anche per altre caratteristiche e per i risultati economici conseguiti.
Sono guidate da giovani (il 22% ha un capo azienda di età compresa tra i 20 e i 39 anni, a fronte del 9% relativo al totale delle aziende), in possesso di un titolo di studio mediamente elevato (diploma).
Importante l'attenzione prestata all’innovazione: informatizzazione di una o più attività aziendali, diversificazione delle attività produttive (agriturismo, attività ricreative e sociali, fattorie didattiche etc.) e dei canali commerciali attivati (e-commerce). Nel 2012, si sono registrati incrementi degli operatori: con un +3% rispetto al 2011, essi si attestano a 49.709, di cui l’81% circa produttori esclusivi.

In aumento anche il mercato: con un giro d’affari di 1,7 miliardi di euro l’Italia si colloca al quarto posto in Europa, dopo Croazia, Olanda e Danimarca, per maggiore incremento del mercato. Gli acquisti domestici di prodotti biologici confezionati nei canali della grande distribuzione moderna sono cresciuti nel corso del 2012 del7,3% in valore, a fronte di una spesa alimentare rimasta stazionaria (dati Ismea).
Complessivamente l’agricoltura biologica risulta essere maggiormente attenta alla sostenibilità ambientale rispetto a quella convenzionale, confermandosi come esempio di buone pratiche e come metodo in grado di assicurare un contributo nella riduzione della pressione sugli ecosistemi e sull’ambiente.

Il volume approfondisce l’esame delle filiere relative al settore lattiero-caseario e a quello delle piante officinali. L’analisi del comparto lattiero-caseario conferma la vocazione delle aziende biologiche alla diversificazione delle attività. L’analisi del settore delle piante officinali mette in luce il ruolo non marginale della produzione biologica: le aziende biologiche rappresentano il 23% del settore, mentre la quota di superficie biologica investita incide per oltre il 40%.

 

“AgroNotizie”, 28 gennaio 2014, http://agronotizie.imagelinenetwork.com