Coordinatore
Data inizio
23/10/2009
Data fine
31/07/2013

Obiettivi generali:
Valorizzazione della tipicità orticola locale per consentire alle aziende biologiche ad alle attività indotte nuove opportunità di reddito.

Breve descrizione del progetto:
Saranno attivate presso il CRA ORA (U.O. 1) e presso il CRPV (U.O. 4) prove di valutazione agronomica  delle biodiversità orticole di Marche ed Abruzzo, già recuperate e migliorate, in confronto con le migliori “varietà” commerciali. All’interno delle aziende ricadenti nelle zone tipiche si verificherà la possibilità di riprodurre le varietà locali. Verranno studiate le popolazioni di orticole dell’Emilia Romagna recuperate dal CRPV per l’eventuale avvio di interventi selettivi conservativi e migliorativi. Sono previste indagini di laboratorio per la tracciabilità e la qualità della produzione. L’attività di ricerca del CRA RPS ( U.O. 2) sarà volta a individuare parametri utili per la valutazione della qualità e tracciabilità di alcune produzioni autoctone. Il CRA-IAA (U.O. 3) studierà la composizione biochimica caratterizzante la qualità alimentare e nutraceutica dei prodotti orticoli ritenuti più interessanti. La consulenza esterna del Dipartimento di Chimica Biologica dell’Università di Camerino consentirà di svolgere indagini qualitative per i contenuti fenolici ed i metabolici polifenolici.

Risultati attesi (descrizione, divulgabilità, applicazioni):

Benefici economici. I produttori biologici ricadenti nelle aree di coltivazione tradizionale potranno disporre di informazione utili circa l’adattabilità delle varietà locali recuperate (ed in alcuni casi migliorate) nei loro avvicendamenti colturali ed in particolare sulla redditività generata in confronto alle tipologie genetiche più avanzate. Ulteriore supporto alla valorizzazione delle varietà potrebbe derivare dalla caratterizzazione biochimica sui componenti nutrizionali e salutistici. Benefici scientifici. Lo studio di tecniche innovative come la  risonanza magnetica (NMR, MRI) sui prodotti orticoli apporterà nuove conoscenze scientifiche su metodiche di analisi tese ad accertare la provenienza. Impatto sociale. La valorizzazione delle varietà autoctone favorirebbe il mantenimento di piccole aziende diretto coltivatrici e di imprenditori agricoli anche in aree definite marginali o svantaggiate (media collina interna) con importante funzione di presidio del territorio. Impatto ambientale.  I vantaggi per l’ambiente sono in parte insiti nei punti precedenti e si concretizzano con una maggior tutela delle biodiversità orticole e delle aree marginali a rischio di abbandono. I benefici economici derivanti dalla sinergia delle coltivazioni dei prodotti tipici, dal metodo di coltivazione a basso impatto ambientale e della commercializzazione diretta  potrebbero indurre altre aziende agricole, attualmente in convenzionale, ad intraprendere la “via” dell’agricoltura biologica.

Trasferibilità e potenziali fruitori dei risultati:
Imprenditori agricoli biologici: potranno ampliare la scelta varietale in modo consapevole.
Decisori politici: lo studio di tecniche innovative come la  risonanza magnetica (NMR, MRI) offrirà un mezzo tecnologico oggettivo per eventuali sistemi di controllo lungo la filiera.
Creazione di un indotto: (es. ristorazione e trasformazione di alcune specie) con positivi risvolti sul fronte occupazionale.