Data inizio
07 Mar 2014
News

Il biologico risulta ancora in espansione a livello internazionale, sia sul fronte della domanda che dell'offerta, anche se a tassi più contenuti rispetto agli scorsi anni. E' quanto emerge dai dati diffusi da FIBL e IFOAM in occasione della Fiera Biofach di Norimberga.

Nel 2012 le superfici mondiali coltivate ad agricoltura biologica sono ammontate a 37,5 milioni di ettari e sono cresciute di mezzo punto percentuale sul 2011, mentre gli operatori bio, pari nel complesso a 1,9 milioni, sono aumentati del 7,6%.

Di pari passo con tali incrementi a livello strutturale, sta continuando a crescere anche il mercato mondiale (+1,3% nel 2012), valutato in circa 50 miliardi di euro. Il valore del mercato si concentra in gran parte in Nord America e in Europa, mentre è inferiore, talvolta anche di parecchio, nei continenti dove risiedono le superfici più ampie. Fenomeno, questo, che dipende da un forte orientamento all'export delle zone produttive verso le aree a maggiore domanda. Inoltre, vi sono continenti come l'Oceania in cui il bio è rappresentato in prevalenza da estensioni a prati e pascoli che, quindi, presentano uno scarso impatto sul mercato.

In Europa, nel 2012 risultano in crescita, con percentuali superiori alla media mondiale, sia le superfici che il fatturato, entrambi in aumento del 6%.
Il paese dove dimensionalmente il mercato è più rilevante, nel 2012, è stato la Germania con un giro d'affari nazionale di poco superiore ai 7 miliardi di euro, seguita dalla Francia (4 miliardi) e dal Regno Unito (1,95 miliardi).  Il quarto posto spetta all'Italia, con circa 1,9 miliardi di valore del mercato interno (3,1 se si considera anche l'export) e un peso sul valore totale del mercato europeo bio dell'8%.

Il nostro paese quindi ricopre un ruolo di primo piano a livello internazionale che risulta confermato anche dai rilevanti flussi di esportazione di prodotti bio, tanto da collocare l'Italia nelle primissime posizioni a livello mondiale tra i paesi fornitori. Sul fronte dei consumi interni, Ismea rileva una crescita ininterrotta e piuttosto sostenuta da diversi anni, che si  rivela in controtendenza rispetto all'andamento dapprima stagnante e poi negativo degli acquisti di alimenti convenzionali. Tuttavia il consumo pro-capite rimane ancora a livelli decisamente inferiori rispetto ai "big spender" - 31 euro annui contro i circa 190 del paese in testa a tale graduatoria - e il peso delle vendite bio sul totale  agroalimentare risulta di appena l'1,5% a fronte del 7,5% del paese leader.

IL REPORT BIOFACH 2014

Fonte: Ismea Servizi

Parole chiave