Data inizio
29 Mag 2024
Rassegna stampa

Il letame è il migliore mezzo tecnico per migliorare o conservare la fertilità dei terreni agrari. Possiamo affermare che il letame è il “principe dei concimi”  in quanto agisce su tutti gli aspetti della fertilità di un suolo: chimica, con l’apporto dei più importanti elementi nutritivi; e  fisica, perché la sua composizione complessa favorisce la formazione dell’humus che svolge un ruolo importante sull’aggregazione delle particelle del terreno, creando un giusto equilibrio tra macro e micro porosità; microbiologica, per la presenza di microrganismi (funghi e batteri) in grado di vitalizzare il suolo e di stabilire rapporti benefici con gli apparati radicali delle colture.

Con il letame si apportano contemporaneamente al terreno i principali macroelementi (azoto, fosforo e potassio), i mesoelementi  (calcio, magnesio, zolfo) e i microelementi (ferro, rame, zinco, ecc.). Dal punto di vista chimico, la composizione complessa del letame migliora l’equilibrio tra le componenti della frazione minerale del terreno creando le condizioni per un più efficiente funzionamento degli apparati radicali in termini di assorbimento degli elementi nutritivi. Sotto questo punto di vista, molto importante è il contenuto in sostanza organica del letame e la sua capacità di produrre la componente organica complessa comunemente chiamata humus. L’humus, infatti, oltre ad avere la capacita di favorire l’aggregazione delle particelle del terreno e quindi di contribuire alla creazione di un giusto equilibrio tra macro e microporosità, svolge una funzione chelante nei confronti di numerosi elementi della fertilità rendendoli disponibili all’assorbimento radicale anche nei suoli in cui questi risultano indisponibili.

L’importanza della componente microbiologica del letame è legata alla presenza di batteri e funghi in grado di migliorare i processi microbiologici del suolo ma anche ai rapporti di mutua utilità che questa stabilisce con gli apparati radicali delle colture, contribuendo a migliorare la disponibilità e la capacità di assorbimento degli elementi della fertilità. Da non trascurare infine l’azione antagonista nei confronti dei microrganismi nocivi presenti nel suolo che si esplica attraverso un complesso meccanismo di interazione con le colture, diretta e indiretta, ma che fa sì che nei terreni letamati con costanza (almeno ogni 2-3 anni) vi siano meno problemi di patologie fungine e batteriche.

L’articolo prosegue fornendo indicazioni molto interessanti sull’impego del letame, il suo reperimento, le sue qualità, il suo utilizzo, e molto altro ancora. Può essere scaricato QUI 

Fonte: CCPB