Data inizio
04 Set 2015
Rassegna stampa

La riforma comunitaria del settore biologico vedrà forse la luce nel 2016. Il Consiglio Ue ha raggiunto una prima intesa di massima nello scorso giugno, ma il negoziato si prospetta ancora lungo. Eppure gli italiani confermano di apprezzare sempre più un’agricoltura a minore impatto ambientale, dato che la domanda di prodotti bio nei supermercati sono aumentati di quasi il 20% nel primo semestre di quest’anno.

E il settore continua a dare segnali positivi: lo confermano i dati elaborati dal SINAB, il Sistema d’Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica, sulla base delle informazioni trasmesse da Organismi di Controllo e Regioni relativi al 2014. Le superfici coltivate con metodo biologico hanno raggiunto il milione e 388mila ettari, con un aumento del 5,4% rispetto all’annualità precedente. Vale a dire che , in un anno, sono stati convertiti al biologico ben 80mila ettari e che l’incidenza del bio sulla SAU totale è del 10,8%. Anche gli operatori sono aumentati (+5,8%) arrivando a contare 55.433 addetti. L’allevamento biologico ha visto aumentare il numero di capi sia dei suini (+15%) che degli avicoli (+14%). Anche i consumi proseguono la loro crescita, con un incremento nel primo semestre del 2015 compreso tra il 15 ed il 20%. Sicuramente tale progressione è stata favorita dal leggero  miglioramento del quadro economico generale, ma anche e soprattutto da una consapevolezza e informazione più diffusa tra i consumatori.

In base ai dati Ismea-Nielsen relativi alle vendite nella Distribuzione moderna, gli acquisti di prodotti confezionati bio erano aumentati dell’11% già nel 2014.

Il Ministro Martina ha ricordato che gli oltre 55mila operatori impegnati nel settore sono ora “il più grande numero in Europa” E “il biologico si conferma come una parte importante dell’agroalimentare italiano, con un fatturato che supera i tre miliardi di euro e i consumi in crescita esponenziale”. “Nel primo sememstre di quest’anno gli acquisti di prodotti bio sono aumentati del 15%. Fino al 2020 in questo settore investiremo con le Regioni più di 1,5 miliardi, puntando sull’abbatimento dell’impatto ambientale delle attività agricole e su modelli sostenibili”.

“Il Sole 24 Ore”, 29 agosto 2015

 

 

 

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