Data inizio
06 Ott 2023
News

In applicazione del decreto ministeriale del dicembre scorso, la Regione Emilia-Romagna si è dotata di una legge che regola l’istituzione dei bio-distretti. . Al momento i distretti già formati o in formazione, che intendono farsi riconoscere dalla legge sono sette: il distretto del biologico nell’Appennino Bolognese, il biodistretto Valli del Panaro, il distretto biologico della Val Bidente e dell’Alta Val Rabbi, il distretto biologico in provincia di Reggio Emilia, il biodistretto Alte Valli nell’Appennino Parmense, Toscano, Ligure, il distretto biologico della Romagna Estense e il quello del Comune di Cesena.

L’obiettivo della legge, proposta dalla capogruppo di Europa Verde e vicepresidente della Regione, Silvia Zamboni, è di far crescere il biologico in Emilia-Romagna, già quinta regione in Italia per numero di imprese nel settore, secondo l’ultimo rapporto del SINAB sull’agricoltura biologica 2022 (7.330 imprese biologiche attive, + 5,85% rispetto al 2021).

La legge, che si compone di 12 articoli, istituisce un Fondo regionale per la promozione dei distretti, dotato di 50mila euro nel 2023 e di 100mila euro sul 2024 e il 2025. Viene indicato nel Piano del distretto lo strumento di programmazione ed è prevista anche l’istituzione di un Osservatorio regionale dei distretti del biologico, con il compito di monitorare l’attuazione dei risultati previsti.

Come ha spiegato la Zamboni, la legge rappresenta un importante strumento per la valorizzazione e la diffusione del metodo biologico che in Emilia-Romagna ha già raggiunto oltre il 19% delle superfici agricole coltivate. L’obiettivo è creare a livello regionale sinergie tra agricoltori, allevatori, trasformatori, Comuni, scuole, cittadini, enti di ricerca e associazioni per diffondere la cultura del biologico e favorire un modello agro-economico ambientalmente sostenibile e compatibile con la tutela della biodiversità e la produzione di cibo sano, senza l’impiego di pesticidi, diserbanti e fertilizzanti di sintesi chimica. L’adesione degli enti locali e delle scuole ai distretti bio farà da volano alla diffusione del cibo bio nelle mense scolastiche.

Fonte: Suolo e Salute