Data inizio
08 Lug 2015
Rassegna stampa

Non c'è abbastanza vino “sostenibile” da soddisfare l'esigenza del mercato. In Italia, ma soprattutto negli Stati Uniti e nel Nordeuropa, la domanda di vino biologico sta crescendo a ritmi che i produttori veneti faticano a corrispondere. Parliamo del vino – e in particolare del prosecco – biologico.
E' il segno forte di un cambiamento di cultura del mercato globale, che è sempre più attento alla sostenibilità, anche a tavola. Ne è convinto Ivo Nardi, presidente di Perlage, l'azienda di Farra di Soligo che da trent'anni si è specializzata nella viticoltura biologica. Una scelta che alla fine ha premiato: l'anno scorso Perlage ha prodotto un milione e mezzo di litri di vini pregiati, esportati in tutto il mondo. L'azienda di Nardi si trova tra Conegliano e Valdobbiadene, il regno del prosecco: “Il territorio del prosecco copre 22mila ettari, 6.500 dei quali coltivati a vigna; tutto il resto è bosco, con una biodiversità che aiuta a difendere il suolo. E' il clima, semmai, che sta cambiando velocemente. Ed è nel modo di gestire la vigna che le cose possono cambiare molto”. Un esempio? Stop al diserbo, sia con diserbanti chimici che con la zappatura dei terreni: “La soluzione è mantenere e rinforzare il tappeto erboso”. Questo porta ad un minore effetto battente delle piogge, con riduzione dell'erosione superficiale. Poi nel terreno si usa il compost prodotto della trasformazione dei rifiuti umidi. Mescolare compost al terreno produce un notevole incremento di sostanza organica del suolo, così che questo diventa più spugnoso e quindi più capace di trattenere l'acqua.



“Gente Veneta.it”, 2 luglio 2015, http://www.genteveneta.it

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