Data inizio
06 Set 2023
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Interessante intervista ad un allevatore di montagna che gestisce nella modalità biologica le sua vacche. L’autore parla con lui di una serie di questioni riguardo all’allevamento bovino sulle montagne nella zona delle 4 Province (a cavallo tra Pavia, Alessandria, Genova e Piacenza). In particolare desidera discutere con lui delle peculiarità di un allevamento in stalla a base di fieno come il suo. Il vantaggio principale dell’allevamento a base d’erba è certamente quello di una produzione con impatto ambientale quantomeno neutrale (vedi  https://storiedelbio.it/2022/04/26/ruminanti-addio/). A questo proposito, stupisce piuttosto che vi siano esperti che sostengono la neutralità climatica dei nostri allevamenti intensivi (vedi: https://www.clicmedicina.it/allevamenti-bovini-italia-giuseppe-pulina-20milioni-tonnellate-co2-ma-net-zero-emissioni/). Come se non si sapesse che quel bestiame è alimentato quasi esclusivamente con mangimi per la cui produzione si coltivano enormi quantità di cereali, soia e altri vegetali. E che tali coltivazioni consumano grandi quantità di energie fossili sotto forma di concimi chimici, lavorazioni meccaniche, trasporti e quant’altro, mentre si continuano a disboscare i polmoni verdi del pianeta come l’Amazzonia. Ma vi è un altro aspetto a cui bisogna prestare attenzione: sfalciare il fieno sui monti, che sono territori fragili, è un’attività fondamentale per mantenere un patrimonio di prati permanenti di grande valore ambientale e paesaggistico.

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Fonte: Storie del bio