Data inizio
19 Nov 2010
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La Commissione europea ha pubblicato il 18 novembre la comunicazione 'La politica
agricola comune (PAC) verso il 2020 – Rispondere alle sfide future
dell'alimentazione, delle risorse naturali e del territorio'. La riforma è volta a
rendere il settore agricolo europeo più dinamico, competitivo ed efficace nel
conseguire l'obiettivo della strategia 'Europa 2020' di stimolare una crescita
sostenibile, intelligente e inclusiva. Il documento delinea tre opzioni per la
futura riforma. Al termine del dibattito sulla strategia prospettata, la
Commissione presenterà proposte legislative formali verso la metà del 2011.

Nell'illustrare la comunicazione, il commissario UE per l'agricoltura e lo sviluppo
rurale Dacian Cioloş ha sottolineato oggi l'importanza di rendere la PAC 'più verde,
più equa, più efficiente e più efficace'. Il commissario ha quindi aggiunto: 'La PAC
non riguarda solo gli agricoltori, ma tutti i cittadini dell'UE in quanto consumatori e
contribuenti. È dunque importante concepire una politica che sia più comprensibile
per il grande pubblico e chiarisca i vantaggi collettivi offerti dagli agricoltori all'intera
società. L'agricoltura europea deve essere competitiva non solo dal punto di vista
economico, ma anche sotto il profilo ambientale.'
Nei mesi scorsi la Commissione ha organizzato un dibattito pubblico e una grande
conferenza sul futuro della PAC. La stragrande maggioranza dei contributi ha
identificato tre obiettivi principali:
- produzione alimentare economicamente redditizia (la fornitura di derrate
alimentari sicure e in quantità sufficienti in un contesto di crescente domanda
mondiale, di crisi economica e di maggiore instabilità dei mercati per contribuire
alla sicurezza dell'approvvigionamento);
- gestione sostenibile delle risorse naturali e azione a favore del clima (gli
agricoltori devono spesso far prevalere le considerazioni ambientali su quelle
economiche, ma i relativi costi non vengono compensati dal mercato);
- mantenimento dell'equilibrio territoriale e della diversità delle zone rurali
(l'agricoltura resta un motore economico e sociale di grande importanza nelle
zone rurali e un fattore fondamentale per mantenere in vita la campagna).
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La comunicazione presentata oggi esamina i futuri strumenti che potrebbero
consentire di realizzare al meglio questi obiettivi. Con riguardo ai pagamenti diretti,
la comunicazione sottolinea l'importanza di ridistribuire, riformulare e rendere più
mirato il sostegno, sulla base di criteri oggettivi ed equi, facilmente comprensibili
per il contribuente. I nuovi criteri dovrebbero essere sia economici (data la funzione
di 'sostegno al reddito' propria dei pagamenti diretti) che ambientali (per tener conto
dei beni di pubblica utilità forniti dagli agricoltori), e il sostegno dovrebbe essere
maggiormente orientato verso gli agricoltori attivi. Andrebbe organizzata una
distribuzione più equa dei fondi, in modo fattibile sotto il profilo economico e politico,
prevedendo un margine di transizione per evitare gravi perturbazioni.
Uno degli approcci possibili potrebbe consistere nel fornire un sostegno di base ai
redditi (eventualmente uniforme per regione, ma non forfettario per tutta l'Unione,
basato su nuovi criteri e con un massimale predefinito), a cui potrebbero
aggiungersi: un pagamento ambientale obbligatorio (annuale) per azioni
supplementari che vadano oltre le norme di base della condizionalità (ad es. la
copertura vegetale, la rotazione dei seminativi, il pascolo permanente o il set-aside
ecologico); un pagamento per vincoli naturali specifici (definiti a livello dell'UE) e
importi complementari versati tramite le misure di sviluppo rurale; un'opzione limitata
di pagamento 'accoppiato' per alcune forme di agricoltura particolarmente sensibili
(simile all'opzione attualmente esistente, introdotta [a norma dell'articolo 68] nella
verifica dello stato di salute della PAC). Un regime di sostegno semplice e specifico
dovrebbe rafforzare la competitività delle piccole aziende, ridurre le formalità
amministrative e contribuire alla vitalità delle zone rurali.
Con riguardo alle misure di mercato, come l'intervento pubblico e l'aiuto
all'ammasso privato, potrebbero essere adottate misure di razionalizzazione e di
semplificazione, eventualmente introducendo nuovi elementi volti a migliorare il
funzionamento della catena alimentare. Benché tali meccanismi costituissero gli
strumenti tradizionali della PAC, le successive riforme hanno potenziato
l'orientamento al mercato dell'agricoltura dell'UE riducendo queste misure a 'reti di
sicurezza', al punto che le scorte pubbliche sono state praticamente eliminate.
Mentre ancora nel 1991 le misure di mercato rappresentavano il 92% della spesa
della PAC, solo il 7% del bilancio PAC è stato loro destinato nel 2009.
La politica di sviluppo rurale ha permesso di rafforzare la sostenibilità economica,
ambientale e sociale del settore agricolo e delle zone rurali, ma esiste una forte
richiesta di integrare pienamente e in modo orizzontale in tutti i programmi
considerazioni in materia di ambiente, cambiamento climatico e innovazione. Si
attira l'attenzione sull'importanza delle vendite dirette e dei mercati locali, nonché
sulle esigenze specifiche dei giovani agricoltori e di coloro che iniziano l'attività.
L'approccio LEADER verrà ulteriormente integrato. Ai fini di una maggiore efficacia si
propone di adottare una strategia più basata sui risultati, se del caso con obiettivi
quantificati. Uno dei nuovi elementi della futura politica di sviluppo rurale dovrebbe
essere un pacchetto di strumenti per la gestione dei rischi che contribuiscano ad
affrontare in modo più efficace le incertezze dei mercati e l'instabilità dei redditi. Gli
Stati membri dovrebbero poter disporre di opzioni per far fronte ai rischi legati alla
produzione e al reddito, con possibilità che vadano da un nuovo strumento di
stabilizzazione dei redditi compatibile con l'OMC a un sostegno rafforzato agli
strumenti assicurativi e ai fondi comuni. Come per i pagamenti diretti, andrebbe
introdotta una nuova ripartizione dei fondi basata su criteri oggettivi, limitando nel
contempo gravi turbative dell'attuale sistema.
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La comunicazione delinea tre opzioni per il futuro orientamento della PAC al fine di
affrontare queste importanti sfide: 1) ovviare alle carenze più urgenti della PAC
tramite cambiamenti graduali; 2) rendere la PAC più ecologica, equa, efficiente
ed efficace; 3) abbandonare le misure di sostegno al reddito e le misure di
mercato e concentrare l'azione sugli obiettivi in materia di ambiente e
cambiamento climatico. Nell'ambito di tutte e tre le opzioni, la Commissione
prevede il mantenimento dell'attuale sistema a due pilastri – un primo pilastro
che include i pagamenti diretti e le misure di mercato, in cui le norme sono
chiaramente definite a livello dell'UE, e un secondo pilastro, comprendente misure
pluriennali di sviluppo rurale, in cui il quadro di opzioni è fissato a livello dell'UE ma la
scelta finale dei regimi spetta agli Stati membri o alle regioni nell'ambito di una
gestione congiunta. Un altro elemento comune a tutte e tre le opzioni è l'idea che il
futuro sistema di pagamenti diretti non potrà essere basato su periodi di
riferimento storici, ma dovrà essere legato a criteri oggettivi. 'L'attuale sistema
prevede un regime diversificato di norme per l'UE-15 e l'UE-12 che dovrà essere
abbandonato dopo il 2013', ha ribadito oggi il commissario Cioloş. La necessità di
criteri più oggettivi riguarda anche gli stanziamenti per lo sviluppo rurale.

La comunicazione della Commissione ed altre informazioni, al seguente link:
EUROPA

Fonte: UE

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