Data inizio
21 Gen 2020
News

Assobio, l’associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici e naturali, presenterà al MIPAAF, alle associazioni di categoria, agli enti certificatori, a tutti i soggetti interessati, un progetto il cui intento è quello di creare un percorso condiviso e sinergico a sostegno di tutte le aziende biologiche che lavorano seriamente, con l’obiettivo di corrispondere un prezzo giusto agli agricoltori biologici, per  offrire loro prospettive di sviluppo e incentivare gli agricoltori convenzionali alla conversione, raggiungendo così anche l’obiettivo di proteggere e/o rigenerare porzioni di suolo asfittico, in nome di una sostenibilità ambientale che giovi trasversalmente all’intero comparto e rappresenti una speranza di sostenibilità anche economica per tutta l’agricoltura italiana.

La proposta di AssoBio include l’istituzione di una Commissione unica nazionale che lavori su una filiera trasparente e correttamente tracciata in relazione alle zone di produzione per evidenziare i costi reali dei processi. Un lavoro da portare avanti assieme alle organizzazioni professionali e di concerto con il mondo dell’agricoltura convenzionale.

In base ai dati Istat,  negli ultimi 27 anni il numero delle aziende agricole italiane è diminuito fortemente, il 62% ha chiuso, ed è importante interrogarsi sulle motivazioni che spingono gli agricoltori italiani a smettere di fare gli agricoltori.  Assobio ha finanziato il progetto proprio per impedire che ciò avvenga anche nel mondo del biologico. Così, “salvaguardare prima di tutto gli agricoltori per assicurare un futuro prospero alla filiera del biologico e garantire al consumatore un prodotto sano e sicuro” è il concetto chiave che il presidente di Assobio, Roberto Zanoni,  ha espresso al convegno “BIO: il prezzo è giusto?” svoltosi a MarcabyBolognafiere. Come è emerso dall’incontro, riconoscere il prezzo giusto ai prodotti biologici è un’operazione che richiede ai soggetti acquirenti – buyer delle aziende di produzione che comprano le materie prime (ortofrutta, grano, pomodoro, latte) o buyer della GDO – un contributo fondamentale. “Vogliamo che durante l’atto dell’acquisto si accenda nella testa del buyer una lampadina che gli faccia immediatamente sorgere un dubbio in merito al prezzo di acquisto se quest’ultimo è troppo basso” ha sottolineato Zanoni.

AssoBio ha incaricato e supportato FederBio Servizi nell’analisi delle linee tecniche di coltivazione e allevamento e dei costi di produzione nei diversi territori, a partire dalle produzioni più diffuse. Linee tecniche che sono state presentate nel corso del convegno assieme ai costi di produzione per le filiere del pomodoro, del frumento, del latte e del formaggio; un’indagine che sarà allargata a molte altre produzioni italiane, fornendo così alle imprese e al mercato informazioni trasparenti e riferimenti certi per contratti di compravendita, consentendo ai consumatori l’accesso a tutte le informazioni per un acquisto sempre più consapevole.

La tracciabilità rappresenta un altro degli strumenti principali per garantire un futuro da protagonista al biologico. Esso prevede un patto di coerenza tra tutti gli attori della filiera: dalle aziende agricole ai distributori di alimenti e servizi, fino al  consumatore finale, tramite una piattaforma di tracciabilità che dovrà essere validata dal Ministero e dove tutti saranno obbligati a inserire i passaggi dell’intero processo produttivo.

AssoBio crede che per poter indirizzare in modo coerente i processi produttivi del biologico, sostenere tale mercato e proteggere l’ambiente, gli agricoltori debbano essere messi nelle condizioni di poter lavorare serenamente ed essere adeguatamente compensati. E’ determinante per il futuro del biologico e del pianeta pagare in modo corretto chi produce in maniera coerente.

Fonte: AssoBio

Parole chiave