Rassegna stampa

Chi dalla crisi economica è uscito a testa alta è il settore del biologico. Anche in Calabria. Ad affermarlo è Icea Calabria, che da controlli effettuati sul territorio regionale ha riscontrato la sua stabilità. Il presidente Maurizio Agostino ha dichiarato che “Il biologico è una produzione che ha rappresentato un presupposto di competitività e di crescita”. Un settore in espansione, ma che risente di carenze culturali e di supporti strumentali. Per fare fronte alle tante esigenze informative, dall’11 al 24 maggio, si è svolta la “Due settimane del biologico” organizzate dall’Icea, che ha fornito diverse informazioni, dalla normativa di riferimento agli aspetti tecnici e commerciali. “la realtà calabrese è particolare – ha continuato Agostino – siamo leadre di produzione ma non riusciamo a stare bene sul mercato”. Dai dati forniti dal Sinab, in Calabria gli operatori del settore sono 6mila 640, dopo la Sicilia con i suoi 6mila 988, su un totale nazionale di 49mila 654 operatori biologici. A questi si aggiungono 327 preparatori, quelli cioè che commercializzano i prodotti. Un rapporto produttore/commerciate che passando alle regioni del Nord è decisamente invertito. Del resto, in Calabria il prodotto bio è completamente esportato. Le maggiori produzioni riguardano il comparto olivicolo, l’agrumicolo e il cerealicolo. Tra questi si fa strada l’apicoltura. La Calabria è la prima produttrice di miele biologico in Italia e la terza a livello europeo. In questo periodo è stato bandito un concorso per la partecipazione al premio economico, distribuito dall’Unione Europea, a sostegno della produzione e degli ettari coltivati. La scadenza è stata prorogata all’11 giugno prossimo. <br><br>“Corriere del Mezzogiorno Economia”, 24 maggio 2010, p. 9<br><br>