News

<div style="text-align: justify;">Un'inchiesta
per accertare se i contributi per l’agricoltura biologica siano andati
ad agricoltori o a persone che col lavoro nei campi hanno poco a che
fare. Una clamorosa inchiesta sarebbe stata avviata nella massima
segretezza dalla Guardia di Finanza per accertare se i contributi per
l’agricoltura biologica siano stati utilizzati correttamente e
soprattutto se i destinatari siano tutti agricoltori o se fra loro vi
siano anche persone che col lavoro nei campi hanno poco o nulla a che
fare. Di certo c’è che negli uffici dell’Ersat, in via Brigata Sassari,
negli ultimi giorni c’è stato un intenso (anche se discreto) via vai
degli uomini delle Fiamme Gialle. Ufficialmente si tratta di un
«controllo di routine», uno dei tanti messi in campo per combattere il
fenomeno dei falsi contributi e dell’evasione fiscale ad essi
collegata, ma pare che stavolta si tratti di qualcosa di più serio, di
fatti eclatanti che potrebbero indurre l’autorità giudiziaria a
formulare ipotesi di reato con l’adozione dei provvedimenti
direttamente conseguenti. Le reazioni preoccupate degli addetti ai
lavori fanno presupporre che ci sia un fondamento di verità nei
sospetti degli inquirenti. La legge prevede che i contributi destinati
allo sviluppo dell’agricoltura biologica siano esentasse nel caso che i
beneficiari siano i cosiddetti “conduttori agricoli a titolo
principale”, fuori dal burocratese coltivatori a tempo pieno. Se invece
il proprietario del terreno su cui è stato attuato l’intervento di
coltivazione biologica si occupa prevalentemente di altre cose, il
contributo deve essere dichiarato e si cumula con gli altri redditi
nella denuncia annuale ’inchiesta avviata dalle Fiamme Gialle parte
invece dal sospetto che numerosi beneficiari del contributo per
l’agricoltura biologica, che nella vita si dedicano a mestieri e
professioni ben diversi dall’agricoltura, abbiano denunciato solamente
la proprietà dei terreni (che, se dichiarati come incolti, pagano una
tassa insignificante) trascurando di dichiarare che invece hanno
ricevuto anche il contributo (a volte di consistenza non trascurabile)
previsto dalle normative europee sullo sviluppo dell’agricoltura
biologica ed erogato materialmente dalla Regione attraverso gli uffici
dell’Ersat.<br></div><b>La nuova Sardegna</b>