News

<P align=justify>''La giunta comunale di Torino ha autorizzato, con delibera, la vendita di “prodotti agricoli biologici o prodotti secondo le modalità della disciplina biologica tramite autocertificazione'' ed ammette ai mercati anche “le piccole realtà contadine non soggette ad iscrizione in qualità di impresa”. Lo afferma la Cia regionale sottolineando che: ''nell’epoca del federalismo tutto può succedere, ma ci sorprende che il comune di Torino non abbia tenuto conto del fatto che la normativa che regola il “biologico” è europea e che la normativa impedisce che possa essere chiamato “biologico” ciò che non è stato certificato da organismi di controllo autorizzati. La delibera del comune di Torino, oltre a non essere in linea con quella europea, vanifica - sottolinea la Cia - gli sforzi della nostra organizzazione perché la qualità (anche quella biologica) non sia proclamata da chiunque abbia interesse a farlo, ma sia validata da un ente terzo certificatore. Non solo, ma ogni azienda che commercializza i propri prodotti dovrebbe essere iscritto alla camera di commercio e disporre di una partita iva e siamo quindi stupefatti che la delibera autorizzi chiunque si autodefinisca “piccolo contadino” a vendere al di fuori di qualsiasi controllo, anche di tipo fiscale. La delibera secondo noi è illegittima e confidiamo che gli altri comuni non seguano affatto l’esempio del capoluogo torinese, autorizzando in questo modo qualsiasi produttore agricolo e qualsiasi ambulante a dichiarare biologici i suoi prodotti''. (Agrapress) </P>