Data inizio
30 Mar 2022
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Ismea ha pubblicato un  nuovo rapporto sugli acquisti di alimenti biologici da parte delle famiglie analizzando l’anno post-confinamento covid 2021 . Nel 2020, secondo l’ISMEA,  la spesa di alimenti e bevande biologiche aveva registrato un incremento del 9,5%,  superando di due punti percentuali l’agroalimentare nel suo complesso (+7,4%), grazie ad una maggiore consapevolezza dei consumatori riguardo alla qualità del cibo

Nel 2021 la spesa bio si è in qualche modo “normalizzata”, raggiungendo  un valore di 3,38 miliardi di euro, con una crescita del 4,5% rispetto al 2019 – ultimo anno pre-crisi,  segnando un fisiologico quanto inevitabile ripiegamento rispetto ai valori record del  2020 (-4,6%).

Il dettaglio delle categorie evidenzia una flessione degli acquisti in valore soprattutto per la frutta (-8,7%), gli  ortaggi (-7%), il latte e derivati (-2,2%), i derivati dei cereali (-0,4%) e le uova fresche (-8%).  Risultano invece in netta controtendenza le carni (+13%), i prodotti ittici (+17%) e i vini e spumanti (+5,7%), prodotti che assieme valgono tuttavia meno del 11,5%, a conferma di una crescita del bio soprattutto nei comparti dove l’offerta è meno rappresentata.

Sempre secondo il rapporto Isema, i prodotti biologici continuano a essere veicolati soprattutto nei Super e Ipermercati (65,3%). Nonostante un parziale ritorno del consumatore alla normalità, l’incidenza delle vendite presso la distribuzione moderna cresce rispetto al 2020 (+1%), mentre si ridimensiona il contributo dell’e-commerce (-9,6%). Nel 2021, così come nell’anno precedente, il 62,7% delle vendite di prodotti bio sono concentrate nel Nord Italia, a fronte di una quota del 25,6% del Centro e Sardegna e dell’11,7% del Sud.

Il rapporto può essere scaricato a questo LINK

Fonte: ISMEA

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