Data inizio
07 Nov 2019
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Le vespe cartonaie sociali potrebbero essere un’alternativa economica e accessibile di controllo dei parassiti per i piccoli agricoltori. Lo ha scoperto lo studio “Social wasps are effective biocontrol agents of key lepidopteran crop pests”, pubblicato su Proceedings of the Royal Society B da Robin Southon e Seirian Sumner dell’University College London e da Odair Fernandes e Fabio Nascimento dell’Universidade de São Paulo.

Lo studio si è concentrato su due colture di alto valore commerciale e nutrizionale: mais e canna da zucchero, dove le  vespe si sono rivelate efficaci predatori in grado di gestire i parassiti.  In pratica, i ricercatori britannici e brasiliani sono convinti di aver trovato una risposta alla domanda che si fanno in molti: a cosa servono le vespe che vivono in tutto il mondo e che spesso entrano in conflitto con gli esseri umani?

Southon ha ricordato che «Esiste una necessità globale di metodi più sostenibili per tenere sotto controllo i parassiti agricoli, per ridurre l’eccessiva dipendenza dai pesticidi o dai controllori dei parassiti importati. Le vespe sono molto comuni, ma poco studiate, quindi qui stiamo fornendo prove importanti del loro valore economico come controllori dei parassiti».

La pubblicazione dello studio è il risultato del primo esperimento controllato in condizioni semi-naturali sull’argomento che è stato realizzato in sito di ricerca all’aperto dove il mais era infestato da un parassita comune. la lafigma (lombrico autunnale/  falena dell’esercito autunnale – Spodoptera frugiperda), mentre la canna da zucchero era infestata dalla falena trivellatrice della canna da zucchero (Diatraea saccharalis). I ricercatori hanno introdotto la vespa cartonaia sociale (Polistes dominulus), una vespa predatrice molto comune, e si sono accorti che «Le vespe hanno effettivamente ridotto le popolazioni di parassiti e le piante hanno subito meno danni quando erano presenti le vespe». Inoltre i ricercatori hanno scoperto che anche quando i parassiti si erano annidati all’interno delle piante senza essere presenti in superficie, le vespe sono in grado di scovarle e predarle estraendole dalla pianta.

Ora il team di ricerca britannico/brasiliano vorrebbe continuare il suo lavoro con test più estesi in campi agricoli attivi, ma i ricercatori sono già convinti che «Le vespe dovrebbero essere prese più seriamente in considerazione come controllori dei parassiti e potrebbero essere una parte importante di un sistema integrato di gestione dei parassiti». Southon ha aggiunto: «Non stiamo dicendo che gli agricoltori debbano smettere di fare quel che stanno facendo e iniziare a utilizzare le vespe invece delle loro attuali strategie di gestione dei parassiti; piuttosto, stiamo aggiungendo un nuovo strumento alla cassetta degli attrezzi, poiché spesso può essere più efficace utilizzare un approccio multiforme. Le vespe sociali come quelle che abbiamo studiato sono cacciatrici generaliste, quindi integrare gli approcci esistenti con le vespe potrebbe ridurre la probabilità che un parassita evolva la resistenza a un particolare pesticida o agente di controllo biologico».

Nascimento, che ha ospitato la ricerca nei suoi laboratori dell’Universidade de São Paulo a Ribeirão Preto, ha evidenziato che «L’utilizzo di specie autoctone che fanno già parte dell’ecosistema locale tende a essere più sostenibile in quanto preserva la biodiversità locale. Il nostro studio dimostra che le vespe potrebbero essere una forma economica e accessibile di controllo dei parassiti, particolarmente utile per gli agricoltori su piccola scala o di sussistenza in Paesi come il Brasile, che potrebbero attrarre e incoraggiare le vespe a stabilirsi». Che è invece il contrario di quel che fanno e facciamo normalmente.

Fonte: Green Report

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