Data inizio
11 Mar 2014
Rassegna stampa

Mani che battevano la tastiera di un computer adesso si dedicano alla semina e al raccolto. I cittadini diventano contadini. E’ arrivata in Italia – Borgo Panigale, periferia di Bologna – la prima Csa, “Community supported agricolture”, agricoltura sostenuta dalla comunità. In Germania, Francia e Inghilterra ci sono Csa attive da quarant’anni. Tre ettari di terra in affitto, per ora. Ma la cooperativa Arvaia (pisello in dialetto bolognese) vuole affittare altri trenta ettari, così glia attuali 180 soci potranno diventare almeno 500 e oltre a frutta e verdura potranno portare a casa tutto ciò che si serve in tavola: dalla carne al formaggio, dal latte al pollo. Qualche giorno fa Arvaia ha compiuto il primo anno di vita. Sono partiti in sette, e fra poco saranno in duecento. Una quota di 100 euro, una tantum, per diventare soci. E questo è il capitale d’impresa. Poi all’inizio dell’anno, il socio anticipa il costo delle cassette di verdura e frutta settimanali – circa 42, con la sosta invernale – che saranno ritirate alla coop o consegnate a casa. Per una cassetta di 3-4 chili si anticipano 400 euro, per quella di 6-7 chili si versano 800 euro. E con i soldi anticipati si paga la preparazione del terreno, le semine, la cura, il raccolto. I rischi ci sono, ma qui tutto è fatto senza chimica. C’è chi viene ad imparare il mestiere per poi magari affittare qualche ettaro e mettersi in proprio. C’è chi ha perso il lavoro e chi lo ha lasciato volontariamente.

Il comune di Bologna, che emanerà presto un bando per i trenta ettari, ha molte terre oggi abbandonate, che potrebbero essere date in comodato d’uso ad altre cooperative o gruppi di giovani. E accogliere così chi è stato mandato via dalla fabbrica.

“La Repubblica”, 9 marzo 2014, p. 21.