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<P align=justify>Nel 2003 uscite dal sistema di controllo 422 aziende. Aiab Emilia-Romagna: ''Difficoltà in tutta Italia: la Regione sostenga il biologico''. BOLOGNA (25 mag. 2004) - Per la prima volta dopo cinque anni di crescita, nel 2003 le aziende biologiche certificate dell'Emilia Romagna risultano in calo. L'anno scorso sono state infatti 4.770 contro le 5.192 del 2002, con una diminuzione del -8,13%. La provincia con il calo più consistente è quella di Modena, -18,7%. Unica eccezione Piacenza, +4,3%. Nella provincia di Bologna la contrazione è stata del –13%. I nuovi dati sull'andamento del biologico sono stati diffusi da AIAB (Associazione italiana agricoltura biologica) Emilia-Romagna, su elaborazione della Regione - Servizio valorizzazione delle produzioni, in concomitanza con ''Primavera Biologica 2004'', la festa regionale del biologico, svoltasi lo scorso fine settimana a Serramazzoni (Modena). ''La difficoltà in cui versa il settore del biologico riguarda l'Italia intera – commenta Giovanni Matteotti, presidente AIAB Emilia-Romagna -. Nel 2003 infatti sono drasticamente calati i contributi pubblici alle aziende per la certificazione delle loro produzioni biologiche. Chiediamo all'Amministrazione regionale di intraprendere misure di sostegno di questo sistema di produzione, che non fa uso di pesticidi, concimi e altre sostanze chimiche di sintesi, rispetta l'ambiente, i consumatori, e rappresenta un valore aggiunto per i prodotti regionali''. Dal 1998, quando erano 3.643, il numero della aziende biologiche certificate della regione è infatti cresciuto, anno dopo anno, toccando il record di 5.192 aziende nel 2002. Con le 4.770 del 2003 si compie invece un passo indietro di tre anni, raggiungendo il livello del 2000, quando le aziende certificate furono 4.761. Nella provincia di Bologna le aziende biologiche certificate nel 2003 sono state 734, con una contrazione del –13% sulle 844 dell'anno precedente. Nel resto della regione, la provincia che continua a mantenere il primato per numero di bio-aziende è quella di Forlì-Cesena: 1.015 nel 2003 e un calo, -8,7% sul 2002, in linea con la media regionale. Le altre, in ordine decrescente per numero di aziende certificate sono: Parma, con 829 aziende (-5,9%); Modena, 620 (-18,7%); Reggio Emilia, 490 (-5,7%); Piacenza, 442 (+4,3%); Ravenna, 321 (-0,9%); Ferrara, 173 (-1,1%) e Rimini, 146 (-2,6%). La maggioranza delle aziende biologiche certificate nel 2003 si occupa di produzione, a quota 4.086, a fronte di 684 aziende di preparazione e trasformazione. Tra i produttori, il 60% sono esclusivamente biologici, il 23% sono misti, affiancano cioè alle produzioni biologiche, altre convenzionali, e il 17% sono in conversione, stanno cioè passando da coltivazioni convenzionali a coltivazioni biologiche. I dati Icea Icea, Istituto di certificazione etica ed ambientale, con sede a Bologna, si è confermato anche nel 2003 il principale organismo di certificazione del biologico in regione, oltre che in Italia. L'anno scorso ha certificato 1.127 aziende biologiche, circa un quarto del totale. Secondo Michele Coladangelo, responsabile Icea per l'Emilia Romagna, le aziende biologiche della regione, pur diminuendo in numero, presentano una più spiccata vitalità sul mercato che in altre regioni italiane. Circa il 44% delle aziende certificate da Icea fanno infatti richiesta di certificati o etichette bio per la commercializzazione dei propri prodotti, mentre le autorizzazioni, per la stampa di etichette di certificazione biologica dei prodotti confezionati, sono passate da 911, nel 2002, a 1.484 nel 2003. Il terreno di coltivazioni biologiche in Emilia Romagna certificato l'anno scorso da Icea è stato di 21.000 ettari, cui si aggiungono altri 3.900 ettari in conversione. Nei primi cinque mesi del 2004 la certificazione ha interessato prevalentemente, per un andamento stagionale fisiologico, aziende di trasformazione che non presentano sensibili variazioni sull'anno precedente perché meno legate, rispetto a quelle di produzione, ai contributi pubblici. <BR><I>Fonte di informazione:</I> Emilianet, 25 maggio 2004</P>