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<div style="text-align: justify;">Gli agricoltori esprimono
parere favorevole al biologico, ma solo se aumenta la redditività.
Venerdì mattina si è svolto ad Agri Cesena un importante convegno
nazionale sulla situazione del settore biologico. Sono stati illustrati
risultati di molte ricerche e comparazioni fra frutta prodotta con
metodo biologico e con lotta integrata. Dai dati presentati è emerso
che in Emilia Romagna l’ortofrutta biologica è pari al 4 per cento,
quella derivante da agricoltura integrata è pari al 78 per cento e il
restante 18 per cento è di agricoltura convenzionale non certificata.
La prospettiva è che la quota del 4 percento sia destinata a diminuire
se le remunerazioni ai produttori non aumenteranno.Dopo anni di
crescita il comparto sta subendo un ridimensionamento con alcune
aziende in difficoltà. E a subire le conseguenze di questa situazione
sono il primo e l’ultimo anello della filiera. Infatti, mentre il
prezzo finale per il consumatore è già abbastanza alto, gli agricoltori
negli ultimi anni hanno assistito a un appiattimento dei prezzi del
biologico verso le quotazioni dell’integrato. Lo scorso anno, ad
esempio, la differenza per le pesche gialle integrate e biologiche si è
assestata fra i 10 e i 40 centesimi il chilogrammo a favore del
biologico. Differenze maggiori, quando ci sono state, hanno riguardato
quantitativi piuttosto limitati.“E’ da almeno tre anni che i prezzi
riservano poche soddisfazioni - spiega Francesca Rasi, titolare di
un’azienda di oltre venti ettari a Diegaro - Io iniziai il biologico
negli anni ’80. Eravamo pionieri, ma per diversi anni abbiamo avuto
soddisfazioni. Ora c’è qualcosa che non quadra: per noi i prezzi
diminuiscono, mentre al consumo aumentano. Qualche anello della filiera
guadagna a nostre spese”.“Il biologico è una scelta culturale, quasi
una filosofia - spiega Marco Amadori, agricoltore cesenate che da
alcuni anni produce frutta e verdura biologica - Purtroppo con la sola
filosofia non si fa reddito. La differenza di prezzo rispetto
all’integrato è troppo bassa rispetto ai costi”.A confermare queste
dichiarazioni ci sono i risultati di una ricerca presentata venerdì al
convegno. Prendendo in considerazione la media delle prestazioni
produttive dei due sistemi si osserva che il peso della produzione
biologica rispetto all'integrato si riduce in media quasi del 30 per
cento in termini quantitativi. Nonostante lievi differenze nei sesti,
il biologico per ettaro ha perso il 26,3 per cento della produzione nel
2002 e il 32 per cento nel 2003. Dalle calibrature effettuate in
stabilimento è emerso che la minore produttività ha inciso
positivamente sul calibro. I frutti biologici, inoltre, hanno
manifestato una percentuale maggiore in zuccheri.
Cristiano Riciputi<br></div><b>Corriere Romagna</b>