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<P align=justify>Per le tre associazioni, Cavinato, Lamonica e Donatelli, il Comitato nazionale per l'agricoltura biologica è ''un giocattolo che non funziona più'' ''Così non si può andare avanti: il Comitato Nazionale per l'Agricoltura Biologica, attivo dal 2000 presso il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, organo consultivo per il settore, ha negli ultimi tempi perso ogni ragione di esistere''. Lo dichiarano Vincenzo Vizioli (Aiab), Gino Girolomoni (Aamb), Aldo Paravicini (Associazione per l'agricoltura biodinamica), Gianni Cavinato (Consulta dei consumatori), Marco Lamonica (Qualità Italia), e il verde Massimo Donatelli, disertando la seduta odierna in contestazione all'iter della Legge delega sull'agricoltura biologica. ''La proposta di legge, nata nell'ambito del Ministero, sottoposta in passato al Comitato per pareri e integrazioni, rivista, rafforzata e riportata, con il concorso e l'accordo di tutti, a strumento utile ed efficace per servire il biologico italiano, in armonia con il varando Piano d'Azione Europeo, è stata nuovamente modificata, senza chiedere alcun parere al Comitato, e presentata ufficialmente nella sua veste definitiva, senza nemmeno informarne i membri del Comitato, in un convegno organizzato dal Mipaf a Foggia, del quale buona parte dei membri del Comitato non erano stati nemmeno informati e a cui non hanno ricevuto invito a partecipare'' sostiene un comunicato diffuso da Aiab. I dissenzienti, in una lettera inviata ad Alemanno, al direttore generale Ambrosio, al dirigente per l'agricoltura biologica Piras e ai membri del comitato, sostengono: ''Ciò è la logica conseguenza della totale mancanza di considerazione che il Ministero ha del Comitato stesso e di gran parte dei suoi componenti''. Aiab contesta che i documenti sulla legge delega siano stati consegnati solo a ''pochi eletti''. ''Abbiamo sostenuto la prima stesura del documento apprezzandone l’impostazione, che non trattava gli argomenti a compartimenti stagni, convinti che ci fosse spazio per un confronto ed una revisione condivisa con il mondo del biologico. In tal senso molti di noi, singolarmente o collettivamente, hanno mandato proposte di modifica ed integrazione.Il Ministero ha invece scelto di confrontarsi solo con una parte del mondo produttivo e associativo biologico e solo con la rappresentanza di una parte degli organismi di controllo. A quanto ci risulta, poi, ben pochi dei nostri contributi sono stati accolti''. I firmatari chiedono al Ministro un incontro urgente per presentare le loro posizioni, sulla Legge delega e il Piano d’azione europeo.</P>