Rassegna stampa

Vent’anni per un successo, per uscire dal mercato di nicchia e diventare un settore importante dell’economia italiana. La storia del biologico segnala che la voglia di bio nelle famiglie italiane si fa sempre più forte, perché la crescita dei consumi è in aumento costante da nove anni. Il presidente di Federbio, Paolo Carnemolla conferma: ”Nonostante la crisi, il consumo di prodotti biologici sembra inarrestabile, nel 2010 le vendite sono aumentate nella grande distribuzione dell’11,6%, in un mercato alimentare che nel suo complesso segnava una perdita dell’1,6%”. <br>A Milano la prima Fiera dedicata al biologico certificato e dintorni, BtoBio, in sinergia con Tutto Food, si è chiusa con 7.000 visitatori, segno di un vivace interesse nel settore. Il consuntivo finale dei consumi per il 2010 disegna un comparto produttivo che oggi vale per l’Italia circa 3 miliardi di euro, e vede il nostro Paese come primo esportatore al mondo di prodotti bio con circa 900 milioni di euro. I dati Ismea di gennaio e febbraio 2011 segnalano un +13% di spesa domestica per i prodotti biologici confezionati, mentre per l’ortofrutta fresca e sfusa l’aumento è dell’11,6%. Almaverde Bio è il più grande consorzio italiano di produttori biologici, e nasce dodici anni fa come marchio d’impresa del gruppo Apofruit, la maggiore azienda italiana di ortofrutta. Il presidente e ideatore del marchio, Renzo Piraccini, spiega: “Il nostro è un progetto per il biologico a largo consumo, che arriva alla grande distribuzione, convinti come siamo che quel 2% scarso del mercato possa arrivare fino al 10%”. Oggi il bio compare nelle mense scolastiche, garantisce un tocco di qualità in più agli agriturismi, mentre i valori di sicurezza e qualità del prodotto sono sempre più decisivi per convincere le famiglie. E i prezzi? Gli esperti del settore garantiscono che , mettendo a confronto prodotti convenzionali e biologici, sembra che i prodotti bio aumentino di meno rispetto ai prodotti tradizionali. Chi compra bio nel 53,8% dei casi è diplomato, nel 33,7% ha una laurea, e il redditometro segnala che se il 39,7% dei consumatori ha un reddito superiore alla media nazionale, il 28,2% lo ha inferiore. Come a dire che il biologico, in nome della salute, è trasversale alla società italiana.<br><br>“La Repubblica – Affri&amp;Finanza”, 13 giugno 2011, p. 14.<br><br><br>