News

<P align=justify>C’è il gran ritorno del pollo ruspante sulle tavole degli italiani: la domanda dei consumatori è forte e i produttori, specie in Umbria, si adeguano. L’obiettivo è mettere sul mercato un pollo più sano e più appetibile di quello prodotto ”in batteria”. <BR>Si tratta di un pollo allevato in spazi più ampi di quelli stabiliti dal regolamento della Comunità Europea e produce una carne magra, consistente e molto ricca di ferro: è ”Il pollo d’erba”, il nuovo marchio biologico lanciato dall’Aiab (l’Associazione italiana degli agricoltori biologici) e dall’azienda agraria dell’Università di Perugia, presentato a Bastia nel corso di Agriumbria. «Si tratta di una novità assoluta nel panorama italiano», ha spiegato il presidente dell’Aiab, Vincenzo Vizioli. Infatti altre aziende allevano polli biologici, ma in nessuna regione italiana si applica ancora questo disciplinare di allevamento, che presto verrà diffuso su tutto il territorio nazionale. <BR>Questi animali, è stato spiegato nel corso di un convegno degli allevatori biologici ad Agriumbria, crescono lentamente e la loro carne presenta caratteristiche particolari grazie all’ampia disponibilità di spazi: dieci metri quadrati a pollo, contro i quattro imposti dal regolamento comunitario. Inoltre, il maggior movimento dei polli consente di ottenere carni più tenaci e con minore perdita durante la cottura.<BR>L’assunzione di consistenti quantità di erba, ricca di vitamine, antiossidanti e di alcuni acidi grassi, migliora anche il livello di vitamina E, di acidi grassi e la conservabilità delle carni. Il pollo d’erba è ottenuto con razze autoctone italiane che il dipartimento di scienze zootecniche della Facoltà di Agraria perugina alleva da circa 40 anni. I consumatori sono anche garantititi dalla tracciabilità del prodotto che è assicurata da un ciclo aziendale chiuso. I pulcini infatti nascono e vengono allevati direttamente nell’azienda agraria dell’università e nutriti tramite pascolo e mangime preparato con materie prime, anche queste di provenienza aziendale.<BR>La commercializzazione della carne è stata avviata da circa un mese e in Umbria i punti vendita che distribuiscono questo tipo il prodotto sono già venti. <BR><BR><I>Fonte di informazione:</I> Il messaggero</P>