Coordinatore
Istituto di ricerca
Ente finanziatore
UE - VI PQ
Data inizio
01/01/2006
Data fine
31/12/2009

 

Il progetto mira alla messa a punto di un quadro normativo di riferimento per il settore della viticoltura e dell’enologia biologica, attraverso la realizzazione di sperimentazioni ad hoc, dal laboratorio ad aziende pilota, per la produzione di vino biologico di qualità, nel rispetto dell’ambiente e delle esigenze del consumatore. Le attività previste includono:  

  • la raccolta e valutazione delle attuali tecniche viticole ed enologiche in paesi membri ed entranti dell’UE e rilievo dell’impatto ambientale;
  • identificazione delle esigenze dei consumatori e di strategie di marketing per lo sviluppo di una comunicazione efficace;
  • sviluppo di tecniche innovative adatte al biologico per il miglioramento della qualità dei vini biologici, in particolare per la riduzione dell’uso dei solfiti;
  • sperimentazione on farm delle tecniche che risultano più promettenti per verificarne la fattibilità ed accettazione;
  • produzione di un codice di buona pratica vitivinicola per la produzione di vino biologico di qualità, e formulazione di raccomandazioni per la revisione del regolamento 2092/91 e le relative misure di sostegno, attraverso il coinvolgimento dei soggetti interessati.

 

Il progetto è prossimo alla conclusione.

Al momento attuale i risultati emersi dal lavoro dai diversi workpackages sono i seguenti:

  • La maggior parte dei produttori e degli operatori desidera avere una normativa europea sul vino biologico che definisca chiaramente la sua identità
  • I consumatori sono attratti dal concetto del “biologico”, ma c’è scarsa conoscenza delle sue peculiarità rispetto al vino convenzionale
  • Il vino biologico è in competizione con il vino convenzionale sul mercato, per cui la sua qualità deve essere almeno comparabile
  • Una normativa a zero-input (per esempio la proibizione di tutti gli additivi ed i coadiuvanti di vinificazione) esporrebbe molti produttori ad un rischio commerciale non accettabile
  • È possibile ridurre drasticamente l’impiego di additivi chimici attraverso l’applicazione coerente di tecnologie a basso impatto (ad esempio uso di strumenti biologici, gestione di ossigeno e temperatura, trattamenti di tipo fisico)

Partendo da queste basi, il progetto ORWINE avanzerà prossimamente alla Commissione UE una proposta di normativa, che si ispirerà ai seguenti concetti: 

  • limitare i tenori di solforosa totale a livelli inferiori a quelli del vino convenzionale;
  • proibire l’uso di additivi che sono considerati non adatti alla produzione di vino biologico e costituire una lista positiva degli additivi e dei coadiuvanti;
  • limitare l’impiego degli additivi e delle pratiche che possono influire sull’espressione varietale e di territorio.

Risultati ulteriori verranno pubblicati alla fine del progetto, prevista per aprile 2009.

 

Trioli, G. & Micheloni, C., Applied technology, market and production attitudes of “organic” wine producers in Europe.In  Proceedings of Organic Viticulture And Wine Conference, 16th IFOAM Organic World Congress: Cultivate the Future. Modena, giugno 2008. 

C. Micheloni, “L'embrione di regole comuni”,  Vigne e Vini n.9/08, pag 58-61. Il sole 24 ore, Milano.

C. Micheloni, “Meno SO2 nel vino: le vie ci sono”, Bioagricultura n° 112, novembre-dicembre 2008. Ed. AIAB, Roma.

C. Micheloni, “Vino bio: più vicine le norme europee”, Bioagricultura n° 111, settembre-ottobre 2008. Ed. AIAB, Roma.

Dossier e altri documenti scaturiti dal progetto sono pubblicati su: www.orwine.org

 

Il progetto mira alla messa a punto di un quadro normativo di riferimento per il settore della viticoltura e dell’enologia biologica, attraverso la realizzazione di sperimentazioni ad hoc, dal laboratorio ad aziende pilota, per la produzione di vino biologico di qualità, nel rispetto dell’ambiente e delle esigenze del consumatore. Le attività previste includono:

  • la raccolta e valutazione delle attuali tecniche viticole ed enologiche in paesi membri ed entranti dell’UE e rilievo dell’impatto ambientale;
  • identificazione delle esigenze dei consumatori e di strategie di marketing per lo sviluppo di una comunicazione efficace;
  • sviluppo di tecniche innovative adatte al biologico per il miglioramento della qualità dei vini biologici, in particolare per la riduzione dell’uso dei solfiti;
  • sperimentazione on farm delle tecniche che risultano più promettenti per verificarne la fattibilità ed accettazione;
  • produzione di un codice di buona pratica vitivinicola per la produzione di vino biologico di qualità, e formulazione di raccomandazioni per la revisione del regolamento 2092/91 e le relative misure di sostegno, attraverso il coinvolgimento dei soggetti interessati.

 

Il progetto è prossimo alla conclusione.

Al momento attuale i risultati emersi dal lavoro dai diversi workpackages sono i seguenti:

  • La maggior parte dei produttori e degli operatori desidera avere una normativa europea sul vino biologico che definisca chiaramente la sua identità
  • I consumatori sono attratti dal concetto del “biologico”, ma c’è scarsa conoscenza delle sue peculiarità rispetto al vino convenzionale
  • Il vino biologico è in competizione con il vino convenzionale sul mercato, per cui la sua qualità deve essere almeno comparabile
  • Una normativa a zero-input (per esempio la proibizione di tutti gli additivi ed i coadiuvanti di vinificazione) esporrebbe molti produttori ad un rischio commerciale non accettabile
  • È possibile ridurre drasticamente l’impiego di additivi chimici attraverso l’applicazione coerente di tecnologie a basso impatto (ad esempio uso di strumenti biologici, gestione di ossigeno e temperatura, trattamenti di tipo fisico)

Partendo da queste basi, il progetto ORWINE avanzerà prossimamente alla Commissione UE una proposta di normativa, che si ispirerà ai seguenti concetti:

 

  • limitare i tenori di solforosa totale a livelli inferiori a quelli del vino convenzionale;
  • proibire l’uso di additivi che sono considerati non adatti alla produzione di vino biologico e costituire una lista positiva degli additivi e dei coadiuvanti;
  • limitare l’impiego degli additivi e delle pratiche che possono influire sull’espressione varietale e di territorio.

Risultati ulteriori verranno pubblicati alla fine del progetto, prevista per aprile 2009.

 

Pubblicazioni

Trioli, G. & Micheloni, C., Applied technology, market and production attitudes of “organic” wine producers in Europe.In  Proceedings of Organic Viticulture And Wine Conference, 16th IFOAM Organic World Congress: Cultivate the Future. Modena, giugno 2008.

C. Micheloni, “L'embrione di regole comuni”,  Vigne e Vini n.9/08, pag 58-61. Il sole 24 ore, Milano.
C. Micheloni, “Meno SO2 nel vino: le vie ci sono”, Bioagricultura n° 112, novembre-dicembre 2008. Ed. AIAB, Roma.

C. Micheloni, “Vino bio: più vicine le norme europee”, Bioagricultura n° 111, settembre-ottobre 2008. Ed. AIAB, Roma.

Dossier e altri documenti scaturiti dal progetto sono pubblicati su: www.orwine.org

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