Titolo Cerealicoltura biologica. Interventi agrotecnica e genetici per il miglioramento quanti-qualitativo del frumento duro e tenero e la valorizzazione dei prodotti derivati.
4)Valutazione di tecniche a basso impatto ambientale per la difesa delle co
Ci si propone di affrontare due importanti problematiche: il contenimento delle malerbe ed il contenimento delle fitopatie, attraverso l’uso di mezzi tecnici “naturali” e/o “organici”. Per quanto concerne la prima problematica si vuole confrontare tre diversi genotipi di frumento duro (una varietà di vecchia costituzione e due varietà attualmente diffuse, una precoce ed una tardiva) per verificare il loro comportamento nei riguardi del contenimento della flora infestante. Si vogliono confrontare anche diverse tecniche agronomiche a basso impatto ambientale (modalità di semina, strigliatura, consociazione temporanea di leguminose) finalizzate ugualmente al controllo delle infestanti. Per quanto concerne il contenimento delle fitopatie, problema che interessa maggiormente il frumento tenero per la sua dislocazione nelle aree più umide del Centro-Nord, si vuole verificare l’efficacia di alcuni prodotti ammessi per la concia della semente in regime biologico.
Controllo infestanti: E’ stata condotta la sperimentazione prevista in cinque località : Papiano (PG), Grosseto, Roma, Foggia e Caltagirone (CT) in aziende a conduzione biologica. Sono state utilizzate tre varietà di frumento duro, due attuali (una precoce – Duilio e una tardiva – Creso) e una di vecchio tipo alta e tardiva – Cappelli. Sono state poste a confronto, in combinazione fattoriale, tre tesi: semina tradizionale ad interfila semplice senza interventi diserbanti, semina tradizionale con passaggio di erpice strigliatore e semina a file binate con trasemina di una leguminosa (favino o veccia) tra le bine interrata alla levata del frumento.Su ogni singola parcella sono stati rilevati i principali dati fenologici e i caratteri bioagronomici e produttivi. Una particolare attenzione è stata posta alla valutazione della presenza delle erbe infestanti nelle diverse tesi. La prova è stata ripetuta per tre anni. Significativo è risultato il controllo delle malerbe sia con l’uso dell’erpice strigliatore che con il metodo della consociazione temporanea con la leguminosa. Quest’ultima tesi ha inoltre avuto l’effetto di incrementare di circa il 10% il contenuto in proteine e in glutine della granella del frumento.
Ciò va messo in relazione sia all’azoto fissato dai batteri simbionti, sia all’interramento della leguminosa. La tecnica dell’infrasemina della leguminosa e del suo successivo interramento affronta efficacemente due delle più importanti problematiche relative alla coltivazione del frumento in biologico: il contenimento delle malerbe e il basso livello del contenuto proteico della granella. Questa pratica, inoltre, è del tutto meccanizzabile e richiede macchinari facilmente reperibili (seminatrice a doppia cassetta e multifresa) il che la rende facilmente trasferibile presso gli agricoltori.
Difesa delle colture: Sono state valutate in due località (S. Angelo Lodigiano (LO) e Leno (BS)) tre diverse tipologie di concianti ammessi in agricoltura biologica (uno a base di rame, uno a base di microrganismi antagonisti dei funghi patogeni e un biostimolante) oltre al testimone non trattato su tre varietà di frumento tenero. I risultati ottenuti non si sono discostati da quelli dei testimoni.
Ci si propone di affrontare due importanti problematiche: il contenimento delle malerbe ed il contenimento delle fitopatie, attraverso l’uso di mezzi tecnici “naturali” e/o “organici”. Per quanto concerne la prima problematica si vuole confrontare tre diversi genotipi di frumento duro (una varietà di vecchia costituzione e due varietà attualmente diffuse, una precoce ed una tardiva) per verificare il loro comportamento nei riguardi del contenimento della flora infestante. Si vogliono confrontare anche diverse tecniche agronomiche a basso impatto ambientale (modalità di semina, strigliatura, consociazione temporanea di leguminose) finalizzate ugualmente al controllo delle infestanti. Per quanto concerne il contenimento delle fitopatie, problema che interessa maggiormente il frumento tenero per la sua dislocazione nelle aree più umide del Centro-Nord, si vuole verificare l’efficacia di alcuni prodotti ammessi per la concia della semente in regime biologico.
Controllo infestanti: E’ stata condotta la sperimentazione prevista in cinque località : Papiano (PG), Grosseto, Roma, Foggia e Caltagirone (CT) in aziende a conduzione biologica. Sono state utilizzate tre varietà di frumento duro, due attuali (una precoce – Duilio e una tardiva – Creso) e una di vecchio tipo alta e tardiva – Cappelli. Sono state poste a confronto, in combinazione fattoriale, tre tesi: semina tradizionale ad interfila semplice senza interventi diserbanti, semina tradizionale con passaggio di erpice strigliatore e semina a file binate con trasemina di una leguminosa (favino o veccia) tra le bine interrata alla levata del frumento.Su ogni singola parcella sono stati rilevati i principali dati fenologici e i caratteri bioagronomici e produttivi. Una particolare attenzione è stata posta alla valutazione della presenza delle erbe infestanti nelle diverse tesi. La prova è stata ripetuta per tre anni. Significativo è risultato il controllo delle malerbe sia con l’uso dell’erpice strigliatore che con il metodo della consociazione temporanea con la leguminosa. Quest’ultima tesi ha inoltre avuto l’effetto di incrementare di circa il 10% il contenuto in proteine e in glutine della granella del frumento.
Ciò va messo in relazione sia all’azoto fissato dai batteri simbionti, sia all’interramento della leguminosa. La tecnica dell’infrasemina della leguminosa e del suo successivo interramento affronta efficacemente due delle più importanti problematiche relative alla coltivazione del frumento in biologico: il contenimento delle malerbe e il basso livello del contenuto proteico della granella. Questa pratica, inoltre, è del tutto meccanizzabile e richiede macchinari facilmente reperibili (seminatrice a doppia cassetta e multifresa) il che la rende facilmente trasferibile presso gli agricoltori.
Difesa delle colture: Sono state valutate in due località (S. Angelo Lodigiano (LO) e Leno (BS)) tre diverse tipologie di concianti ammessi in agricoltura biologica (uno a base di rame, uno a base di microrganismi antagonisti dei funghi patogeni e un biostimolante) oltre al testimone non trattato su tre varietà di frumento tenero. I risultati ottenuti non si sono discostati da quelli dei testimoni.
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